Valutare l’efficacia e l’efficienza di una banca online – Marzo 2021

di Ivo Invernizzi

Un banca online che sia integrata, all’interno del medesimo gruppo bancario, con una banca commerciale tradizionale basata su reti di sportelli fisici, con una private bank, con una società di credito al consumo e con una Sgr o asset manager per prodotti di risparmio gestito, può fare della sua eccezionale piattaforma di online banking e trading il suo fiore all’occhiello, perché fornisce contemporaneamente servizi bancari tradizionali ordinari di deposito, finanziamento e pagamento gestibili in autonomia dal cliente da casa a costi adeguati, all’opportunità di operare direttamente sui mercati finanziari , sempre sotto l’attenta guida di un advisor finanziario, che di fatto sostituisce la rete fisica e che può essere un private banker dedicato nel caso dei clienti più facoltosi (High Net Worth Individuals).

Come per una banca tradizionale, anche per una banca online che svolge attività creditizia alla clientela, si misura la tenuta del Net Interest Income (NII o margine d’interesse), che non è tuttavia l’unica metrica per valutarne la sostenibilità del suo modello di business. Un fattore importante è l’adeguamento del pricing di prodotto e servizio, in particolare delle commissioni di performance. Quando si confrontano banche online differenti tra loro, ma con modelli di business simili, va mantenuto anche un occhio di riguardo non solo alla loro adeguatezza patrimoniale misurata dal CET1 ratio ma anche alla crescita del loro attivo e al coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio). Si noti che, non è corretto confrontare il CET1 ratio delle banche online che hanno il loro core business imperniato sul trading brokerage e sul wealth management, quindi concentrate sulla raccolta,  con il CET1 ratio di banche commerciali tradizionali con reti fisiche di sportelli che hanno l’attività di gestione caratteristica prevalentemente rivolta all’impiego in intermediazione creditizia. Queste ultime, si caratterizzano per ovvii motivi per una maggior incidenza del rischio di credito e sugli impieghi, che, in termini di Risk Weighted Assets, penalizzano maggiormente il capitale di migliore qualità.

Una riduzione in termini di Net Interest Income può incentivare il management delle banche online ad intraprendere azioni finalizzate a reindirizzare l’enorme mole di liquidità della banca costituita dai depositi della clientela retail ‘inattivi’, in investimenti di natura patrimoniale o Assets under Management.  Per quanto ovvio, la riduzione della crescita dello stato patrimoniale di queste banche ridurrà la pressione sul coefficiente di leva finanziaria, il che, a sua volta, aumenterà il peso di flussi di cassa in entrata maggiormente sostenibili  pur in presenza di un aumento dei conti online e quindi dei depositi della clientela.  Le azioni finalizzate a migliorare la liquidità e ridurre i costi del personale, includono anche le modalità di remunerazione della propria rete di promotori finanziari o Financial Advisors (normalmente lavoratori autonomi a partita Iva),  unita al repricing dei costi di conto corrente e dei tassi passivi volti a disincentivare il ‘parcheggio di liquidità’ sui conti stessi, sempre tenendo nella dovuta considerazione l’eccezionalità di questo contesto di tassi negativi, che per la clientela depositante comporta un ‘costo opportunità’ derivante dalla rinuncia in investimenti alternativi al conto corrente. Per la componente redditività derivante dalla attività  di asset management si evidenziano i meccanismi di rebate per le fee da collocamento di prodotti del risparmio gestito anche ‘fabbricati’ da altre case d’investimento differenti dall’eventuale SGR integrata nel gruppo bancario. Prodotti multipli, non di rado presenti nel ‘catalogo’ delle asset allocation offerte dai Financial Advisors delle banche online. Per poter essere redditizia e efficiente, la banca online deve ridurre il divario di produttività per singolo Financial Advisor rispetto ai peers, misurata dagli asset under management medi per Financial Advisor.

Le fee da trading e i ricavi da intermediazione, rappresentano uno dei pezzi forti del conto economico di molte banche online dotate di piattaforme di Trading On Line ‘TOL’ all’avanguardia. La soluzione ottimale per le capogruppo di banche tradizionali è rappresentata dall’inserimento nel gruppo, in qualità  di controllata di una banca online, che può affiancarsi alla banca commerciale tradizionale basata su reti di sportelli fisici, perchè non le fa concorrenza diretta ma la integra. Il cliente ha quindi la possibilità di utilizzare differenti canali di servizio bancario,  pur rimanendo loyal allo stesso marchio.  Questa soluzione rappresenta una diversificazione di portafoglio prodotto-servizio interessante che può garantire sinergie di costo (ad. es. per i servizi centralizzati, come l’IT, il risk management, la compliance etc. ) e di ricavo (ad. es. per i prodotti ‘fabbricati’ o distribuiti dalla capogruppo).

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