PICCOLE BANCHE IN DIFFICOLTA’

Piccole banche in difficoltà- Luglio 2021

a cura di Marco Ferfoglia

Nuove banche e realtà consolidate

Il mondo delle banche italiane è sempre in fibrillazione, ma fortunatamente emergono anche incoraggianti segnali di vitalità derivanti dalla:

  • Creazione di nuove banche con modelli di business innovativi, strutture con costi contenuti e sistemi informativi
  • Altri intermediari tradizionali, con piani industriali solidi e lungimiranti, hanno compreso l’esigenza di conseguire guadagni di efficienza finalizzati rimanere solidamente sul mercato.
  • Altri operatori bancari anche di elevate dimensioni hanno deciso di aumentare la loro scala dimensionale attivando operazioni di aggregazione.

Piccole banche in difficoltà

Il governatore della Banca d’Italia – nel corso dell’Assemblea Abi del 06 07 2021 – ha inoltre manifestato l’emergente difficoltà delle piccole banche, con le seguenti parole: “Rimane tuttavia non trascurabile il numero di piccoli intermediari che faticano ad adattarsi al mutamento del contesto esterno. I problemi sono concentrati prevalentemente – anche se non esclusivamente – tra gli istituti con modelli di attività tipici della banca commerciale tradizionale. Non è da escludere che nel prossimo futuro si verifichino casi di crisi. Gli effetti della recessione, infatti, si aggiungono a difficoltà strutturali derivanti da modelli di attività non sostenibili e da carenze nel governo societario che abbiamo più volte sollecitato a superare.”

Le difficoltà delle piccole banche

Il Governatore Ignazio Visco ha indicato senza tentennamenti le cause di debolezza strutturale relativamente alle: “Quasi sessanta banche commerciali meno significative, con un rapporto tra costi e ricavi, tale da lasciare solo una piccola parte dei proventi ordinari da destinare ad esempio alla copertura del rischio di credito ed il rafforzamento patrimoniale. Come abbiamo detto in più occasioni, è necessario che le banche in cui il cost-income ratio è troppo elevato decidano e attuino prontamente un piano di recupero dell’efficienza.”

Richiesta di chiarimenti alle banche deboli

La Banca d’Italia provvederà – come ha dichiarato ancora Visco –  ad inoltrare alle banche più deboli delle considerazioni e richieste relative agli interventi da effettuare. In assenza di chiare prospettive di rilancio e a fronte di inerzia degli organi dirigenti e della compagine sociale, si potrà congiuntamente assumere misure a tutela dei depositanti, con l’obiettivo di contrastare l’innesco di crisi difficilmente reversibili.

Dopo le critiche qualche suggerimento

Senza mezzi termini sono state espresse queste indicazioni: “Spesso i percorsi di risanamento non possono prescindere da una riduzione dei costi, anche quelli del personale. Il numero eccessivo degli addetti è un tratto comune a molte banche commerciali tradizionali e assume maggiore criticità per quelle di minore dimensione”.

E per concludere l’ultima prescrizione: “Per le banche più deboli sul piano reddituale, resta unicamente l’integrazione con altri intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati. Senza la quale sarebbero concrete le prospettive di uscita dal mercato.”

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