di Ivo Invernizzi
E’ di qualche giorno fa la notizia che la BCE starebbe valutando di introdurre un limite quantitativo massimo alla componente più rischiosa del portafoglio crediti delle banche europee, tentando di agevolare il ‘derisking’ dei loro impieghi.
In sostanza si è discusso all’interno del Consiglio di Sorveglianza della BCE sulla possibilità di mettere un limite alle concessioni di finanziamenti ad aziende ‘ad elevato leverage’ (alta leva finanziaria) originati ex-novo; tale tetto massimo, ammonterebbe a una certa quota degli attivi bancari totali. E’ peraltro doveroso precisare che, si tratta di una mera proposta in fase di discussione in BCE, non sono infatti pochi i funzionari dell’istituto bancario centrale europeo a sostenere che tale limite non ha ragione d’essere, qualora le banche ponessero in essere idonei sistemi di risk management e la banca disponesse di un patrimonio adeguato a fronteggiare il maggior rischio. Si noti che, l’imposizione di tali limiti potrebbe colpire duramente alcune importanti aziende di credito anche non italiane, già notevolmente esposte in crediti verso imprese ‘ad alta leva’. Certamente, come afferma il noto provider Bloomberg nell’articolo ‘ECB Is Said to Consider Firm Limits on Riskiest Leveraged Loans’ pubblicato il 25 novembre 2021, è anche vero che, alcuni importanti player bancari europei hanno ceduto a terzi sul mercato una parte dei propri crediti ‘ad alto leverage’, seppure la percentuale dei crediti ceduti sul totale dei crediti ad alta leva originati e presenti a bilancio fosse modesta.
Ma vediamo più da vicino cos’è la ‘leveraged finance’, per definirlo in termini quantitativi, (si veda il documento di linee guida BCE sul tema denominato ‘Guidance on leveraged transactions’ pubblicato nel 2017) si tratta di crediti erogati dalla banca in favore di aziende che generano un debito totale uguale o superiore a un multiplo pari quattro volte il proprio EBITDA (Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization o utile ante interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti). Sono classificate nella categoria ‘leveraged finance’ anche tutte le esposizioni per crediti in cui il debitore è controllato da uno ‘sponsor’ come ad esempio una partnership di private equity. Ancor più sotto la lente della BCE, troviamo i deal di finanziamento con ‘elevati livelli di leva’ cioè con debito totale superiore a un multiplo di sei volte l’EBITDA.
Noi di AnalisiBanka vogliamo evidenziare tre punti di attenzione:
- da un lato l’introduzione di questo ‘tetto sul credito ad alta leva’ potrebbe assestare un colpo duro al settore bancario europeo in generale, in particolare verrebbero colpiti anche agli istituti più ‘virtuosi’ e meno esposti, che adottano politiche di gestione portafoglio crediti corporate improntate all’estrema prudenza;
- d’altro lato, l’imposizione di questo limite potrebbe comportare maggiori assorbimenti patrimoniali per gli istituti bancari più esposti in termini di crediti ad aziende che operano ‘a leva’ pertanto la necessità di dotarsi di un requisito patrimoniale superiore, atto a garantire gli stakeholder per il maggior rischio di credito.
- Condividiamo la considerazione di Elizabeth McCaul, membro del Consiglio di Sorveglianza della BCE , la quale ha affermato che: ‘Siamo preoccupati per i rischi crescenti nel mercato dei prestiti con leva finanziaria, che è guidato dalla ricerca di rendimento in uno scenario di bassi tassi di interesse a lungo perdurante”.