FDIC Quarterly Banking Profile  – Gennaio 2021

di Ivo Invernizzi

 

Secondo il report trimestrale sulla salute delle banche americane pubblicato da  Federal Deposit Insurance Corporation (“FDIC”) (ente statunitense di assicurazione sui depositi) ‘Quarterly Banking Profile’ a inizio dicembre 2020, le banche commerciali e gli istituti di risparmio assicurati presso FDIC hanno fatto registrare nel terzo trimestre dello scorso anno (chiuso il 30 settembre 2020)  utili netti pari a  51,2 miliardi di dollari, in calo del -10,7% su anno.

Del resto, tale risultato riflette un chiaro miglioramento rispetto agli obiettivi conseguiti nel corso della prima metà del 2020 poiché la pandemia da coronavirus ha danneggiato incisivamente i fondamentali di bilancio delle banche americane.

Analizzando i dati nel dettaglio, le cosiddette ‘community banks’ (quelle che da noi in Italia verrebbero chiamate comunemente ‘banche del territorio’ come le BCC che servono piccole comunità locali), che corrispondevano il 91% di tutte le istituzioni assicurate presso FDIC, hanno registrato un utile netto totale pari a  7,3 miliardi di dollari, in aumento del +10% anno su anno.

I risultati economici bancari sono stati influenzati certamente in senso negativo dai tassi bassi e dalla riduzione nella domanda di credito. Inoltre, l‘incremento dei costi operativi di gestione caratteristica e del costo del credito (includente gli accantonamenti per svalutazioni) sono stati i principali responsabili dell’incidenza negativa sui risultati.

Presi in aggregato, gli utili del terzo trimestre 2020 hanno beneficiato principalmente del contributo delle banche ‘big’ , ovvero degli istituti di credito con attivo superiore a 10 miliardi di dollari, quindi ben l’80% degli utili aggregati di settore, anche tenendo in debita considerazione che tali istituti costituiscono solo il 3% del numero totale di banche assicurate presso la FDIC.

Purtroppo a essere stato penalizzato pesantemente è l’utile da interessi: per tale voce di conto economico, le banche a stelle e strisce hanno subìto un calo record misurato anno su anno del -7,2% . E,  in concomitanza a tale dato, il margine d’interesse netto si è attestato al 2,68%; questo è il minimo storico fatto registrare da quando la FDIC quarterly review è stata introdotta

Si è d’altro lato  evidenziato un miglioramento del reddito da gestione ‘non caratteristica operativa’ (sostanzialmente icredditi diversi da interessi attivi), sostenuti sia dall’aumento nella spesa per consumi sia dell’attività imprenditoriale commerciale nonostante il freno posto dalla pandemia. Fattore non di poco conto è stata la minima incidenza delle banche caratterizzate da difficoltà o insolvenza.

Noi di AnalisiBanka ricordiamo l’importanza del reddito netto da interessi perché di fatto qualifica la ‘performance dell’attività di gestione caratteristica operativa’ della banca sotto due aspetti fondamentali:

  • Efficienza operativa sul mercato del funding e della raccolta in genere;
  • Efficacia e marginalità nel conseguimento interessi attivi su impieghi.

Il tendine di Achille delle banche americane, come di quelle europee, permane ‘l’esiguità degli interessi attivi’ imputabile alle condizioni congiunturali e al permanere di tassi bassi. Tale fenomeno potrebbe stimolare le banche alla ricerca di fonti di reddito alternative ovvero commissioni attive in genere, risultati netti finanziari da attività di trading proprietario, vendita di prodotti d’investimento alla clientela (es. polizze assicurative e risparmio gestito).

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