Effetti delle tariffe sulle banche: una (non esaustiva) analisi – Aprile 2025

di Ivo Invernizzi*

È evidente, che l’attuale battaglia commerciale sui dazi introdotta dagli USA il 2 aprile 2025 (‘liberation day’)verso vari paesi del mondo con botta e risposta dall’Europa presenta il rischio di un circolo vizioso che può influire negativamente anche sulle banche. Senza alcuna pretesa di completezza ed esaustività, individuiamo alcuni possibili effetti, scusandoci col lettore al quale affidiamo il compito di riflettere su effetti addizionali eventualmente omessi.

• La pressione tariffaria commerciale implica pressioni finanziarie sui mutuatari nazionali statunitensi e, se abbastanza grave da mettere a dura prova i bilanci degli istituti bancari a stelle e strisce, potrebbe limitare la disponibilità di credito nell’economia americana.
• Per le banche, le implicazioni richiedono una ricalibrazione delle strategie di gestione del rischio per gestire le crescenti incertezze.
• La guerra tariffaria provoca fluttuazioni dei prezzi degli asset, interruzioni della catena del valore e volatilità forte.
• È evidente l’aumento del rischio di mercato. I mercati azionari reagiscono bruscamente e i mercati obbligazionari affrontano pressioni simili.
• Anche le fluttuazioni delle divise sono ovviamente influenzate dagli squilibri nei flussi commerciali.
• L’impatto inflazionistico dei dazi può influire sui consumi e sulla solvibilità creditizia di famiglie e imprese.

Osserviamo gli impatti delle tariffe su alcuni (non tutti) i rischi per le banche:

Rischio di credito

• Il rischio di credito è aumentato, in particolare tra i clienti corporate con esposizione significativa al commercio internazionale.
• Le aziende che dipendono dalle catene del valore globali affrontano costi maggiori, margini ridotti e, in alcuni casi, interruzioni (bottlenecks)
• Le banche devono adottare modelli valutativi del rischio di credito complessi, stress settoriali e indicatori previsionali più articolati

Rischio operativo

• I team di valutazione del rischio operativo devono essere proattivi e adattarsi all’evoluzione tariffaria
• La data analysis e la funzione dei data scientist in banca diviene cruciale ma aggiunge il rischio di non perfezione delle analisi e conclusioni
• Il rischio operativo si annida nella possibile non robustezza dei sistemi

Rischio di mercato

• Potrebbero essere necessari strumenti di copertura per gestire i rischi di mercato che scaturiscono dalla turbolenza dei mercati finanziari conseguente alla introduzione delle tariffe commerciali

Rischio di liquidità

• Il liquidity monitoring diviene ancora più essenziale in presenza di stress commerciale da tariffe
• Possibile aumento del cost of equity e cost of debt e conseguentemente del WACC per la banca con conseguenze
• Su ROE, pricing dei prodotti, politiche commerciali alla clientela

Rischio compliance

• l’introduzione di tariffe commerciali nuove può incrementare l’aggravio in paperwork per la banca soprattutto nelle operazioni di
• credito documentario all’import ed export e trade finance

Di seguito alcune tra le SBU (Strategic Business Unit o ASA Aree Strategiche di Affari) impattate

Consumer banking = per ovvii motivi, l’aumento inflattivo impatta i consumi e può influire negativamente sul credito al consumo
Trade finance = come su indicato, l’attività di servizio fornita dalle banche alle aziende impegnate in import export può risentirne
Negoziazione sui mercati finanziari = l’aumento della volatilità aumenta l’appeal speculativo per alcuni operatori ma può danneggiarne altri
Crediti = intuitivamente l’impatto è all’origine dell’aumento del rischio di credito dei portafogli di prestiti
Investment banking = operazioni collocamento o M&A possono essere rinviate a seguito della turbolenza
Pagamenti = l’impatto sul mondo pagamenti può esserci ma con delay in relazione alla riduzione dei consumi

Alcune considerazioni conclusive

Allo stato attuale, tuttavia, data la forte incertezza sulle evoluzioni di scenario delle tariffe, non è possibile trarre conclusioni precise. Dopo i primi annunci del ‘liberation day’ si auspica il raggiungimento di accordi che possano indicare la direzione della distensione. Concludiamo segnalando ai lettori un interessante studio della Richmond Fed sugli effetti economici delle tariffe utilizzando l’indicatore AETR (Average Effective Tariff Rate). Una delle conclusioni dello studio è che l’introduzione delle tariffe del ‘liberation day’ 2 aprile 2025 può avere un effetto di importante ‘disruption ‘anche sull’industria manifatturiera statunitense.

     *“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione  all’ 8/04/2025, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”

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RIFERIMENTI

Tariffs: Estimating the Economic Impact of the 2025 Measures and Proposals, Richmond Fed Economic Brief, April 2025 No 25-12

https://www.eba.europa.eu/activities/single-rulebook/regulatory-activities/supervisory-review-and-evaluation-process-srep-and

Regulating Imports with a Reciprocal Tariff to Rectify Trade Practices that Contribute to Large and Persistent Annual United States Goods Trade Deficits, The White House, April 2, 2025

https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/04/regulating-imports-with-a-reciprocal-tariff-to-rectify-trade-practices-that-contribute-to-large-and-persistent-annual-united-states-goods-trade-deficits/

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