EBA stress test 2021: più svalutazioni crediti e NPL – Marzo 2021

di Ivo Invernizzi

Il 29 gennaio European Banking Authority (EBA) ha pubblicato gli scenari che intende negli stress test 2021 per valutare la resilienza delle banche dell’Unione europea (UE). I risultati saranno pubblicati il 31 luglio 2021. Secondo l’agenzia di rating Moody’s (si veda lo studio pubblicato il 25 febbraio 2021: Banks – Europe: EBA 2021 stress test will hit banks’ capital ratios harder than last time) il punto cruciale che potrebbe emergere da questi test è che, nonostante la maggior robustezza patrimoniale con la quale le banche europee si sono presentate alla battaglia con la pandemia da covid 19, saranno i maggior accantonamenti per svalutazione crediti a incidere pesantemente.  Il tutto potrebbe risultare in una riduzione di Common Equity Tier 1 in misura notevole e in un depauperamento degli utili e quindi dei principali coefficienti patrimoniali di Basilea. Un fattore di non di poco conto sarà che nel 2021 non saranno piu’ in vigore le moratorie sul credito introdotte nella legislazione di alcuni paesi europei in conseguenza della pandemia e la conseguenza più immediata potrebbe essere l’aumentata incidenza di crediti di peggiore qualità o NPL soprattutto a partire da quest’anno, che potrebbero indurre molte banche a massicce politiche di cessione. Due sono gli scenari: lo scenario base, più clemente nelle ipotesi macroeconomiche, e lo scenario stressato, maggiormente severo.

Scenario di base

Lo scenario base prevede un incremento del PIL  cumulato del +11% nel periodo 2021-2023 rispetto al più modesto +6% dello scenario base del test del 2018, pur nell’ipotesi positiva di recovery e crescita, l’aumento del PIL porta con sé l’ipotesi di maggiori accantonamenti per perdite su crediti, erosione utili, minor patrimonio.

Scenario ‘stressato’

In tale scenario, l’EBA utilizzerà alcune ipotesi più rigorose in relazione a una serie di fattori di rischio su un un orizzonte temporale di tre anni, e in particolare

  • PIL reale: riduzione cumulativa del PIL reale dell’UE del 3,6%
  • Disoccupazione: 5.0 punti percentuali aumento cumulativo
  • Prezzi Edilizia Commerciale e Residenziale: 16,1% declino cumulato su tre anni
  • Prezzi delle azioni calo del 50,0% picco per gli stock dell’UE
  • Tasso di inflazione: aumento cumulativo in 3 anni+ 2,4%
  • Tassi d’interesse ‘swap’: declino cumulato in 3 anni di 16 basis points
  • Tassi a lungo termine: aumento cumulato in 3 anni di circa 53 bps cumulativi

L’agenzia di rating Moody’s ritiene che le severe ipotesi economiche che caratterizzano le scenario ‘stressato’ quest’anno saranno compensate in una certa misura da un migliore punto di partenza (rispetto al 2018) per quanto riguarda il capitale bancario. Le banche partecipanti hanno un patrimonio di tipo Common Equity Tier 1 (CET1) iniziale migliore. E’ da notare che, nel 2018 il principio contabile IFRS9 ha sostituito lo IAS39 dividendo i portafogli creditizi in Stage 1, 2 e 3 e adottando una logica di svalutazione crediti maggiormente prudenziale e ‘forward looking’.  Lo stress test  2021 come il test 2018, prende in considerazione gli accantonamenti per perdite su crediti attesi delle banche sia sui crediti sia in bonis di Stage 1 sia su quelli in Stage 2 (quelli per i quali rischio di credito è notevolmente aumentato). L’incidenza degli accantonamenti su crediti 1 e 2 rispetto agli accantonamenti totali delle banche stavolta si posizionerà molto probabilmente nella parte alta del range previsionale. Pertanto, seppure le banche europee si presentino molto meglio patrimonializzate due sono i fattori che entreranno in gioco a metterne in dubbio la resilienza: 1. L’incidenza  relativa dei crediti di fase 2 e degli NPL sul portafoglio totale; 2. L’erosione patrimoniale derivante dalle svalutazioni sui crediti di tutti gli stages.

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