Banche nordiche: gli utili tengono – Febbraio 2024
di Ivo Invernizzi*
Come ben noto alla comunità bancaria, una delle tematiche calde nel termine 2023 e di questo primo scorcio di 2024 è stata ed è la difficoltà nel comparto immobiliare in alcuni paesi, in particolare il comparto immobiliare commerciale (CRE) e la connessa esposizione di alcune banche scandinave-nordiche. Alla luce dei risultati del quarto trimestre 2023 pubblicati da queste banche pubblicati recentemente, a evidenza la situazione è tuttavia rassicurante e si possono individuare alcuni fenomeni comuni:
- indicatori di capitale e liquidità tuttora molto robusti.
- Crescita del margine d’interesse (NII) in lieve rallentamento ma ancora buona, dopo una forte crescita dell’NII nel corso dei primi tre trimestri del 2023. Il rallentamento nel quarto trimestre è stato dovuto al calo della domanda di crediti sul finire del 2023.
- Reddito da commissioni bancarie classiche e da gestione patrimoniale in forte crescita soprattutto in ambito corporate banking e nella attività di investimento sui mercati finanziari.
- Lieve riduzione dell’utile netto rispetto al terzo trimestre 2023 ma ancora robusto e in chiara crescita rispetto al valore del rispettivo quarto trimestre 2022.
- Aumento dell’efficienza operativa che ha correttamente controbilanciato l’aumento dei costi derivanti dall’attività di gestione caratteristica operativa specialmente HR e IT.
- Aumento degli accantonamenti per perdite su crediti (LLP o Loan Loss Provision) che proseguirà anche nel 2024 ma non incidendo fortemente in termini di NPL ratio; i crediti deteriorati delle banche nordiche rappresentano ancora una percentuale modesta sul totale degli impieghi.
Con riferimento alle attese 2024, gli esperti accendono i riflettori su questi punti chiave attesi:
- utili netti costanti rispetto alla comparable seconda parte 2023 grazie al proseguire di tassi elevati nella seconda metà del 2024 per il combinato effetto di questi driver:
– graduale riduzione della domanda di credito imputabile a tassi alti nonostante il ciclo di cutting delle banche centrali atteso da seconda metà 2024 (lag temporale pricing impieghi rispetto ai cut ufficiali);
– reddito da commissioni e da prodotti captive (bancassurance per esempio) ancora robusto e in linea con la traiettoria inflazionistica seppure vada lentamente riducendosi;
– aumento della concorrenza in termini di pricing sugli impieghi sia a famiglie sia a imprese;
– incremento costo medio dei depositi dovuto alla traslazione di parte della clientela da depositi a vista a remunerazione contenuta a savings accounts e time deposit.
Inoltre: - La diversificazione dell’offerta (prodotti captive, bancassurance, servizi bancari accessori) consentirà di ovviare al calo della domanda di credito.
- Il permanere d’inflazione seppure in calo, ma ‘sticky’, implicherà notevole incidenza del costo del personale bancario connessa a rinegoziazioni salariali del settore servizi, e investimenti in tecnologie digitali.
- Lievissimo aumento dei crediti deteriorati (stage 3 secondo la classificazione IFRS9) soprattutto originati da clienti del comparto immobiliare ma
- per le banche scandinave il rapporto tra valore notional del credito immobiliare e valore contabile o di libro netto dell’immobile a garanzia (LTV o Loan To Value medio) permane contenuto in media.
- CET1 ratios robusti posizionati tra il 17 e il 20%.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 16/02/2024, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
______________________________________________________________________________
RIFERIMENTI
Sweden’s corporate vulnerabilities: a focus on Commercial Real Estate, IMF, 2023