Banche italiane: good news dalle trimestrali – Febbraio 2022

di Ivo Invernizzi

    Se diamo uno sguardo rapido alle trimestrali di alcune banche italiane pubblicate in questi giorni, possiamo cogliere alcuni fenomeni positivi comuni tra esse che hanno caratterizzato il 2021.  Evidenziamo sinteticamente alcuni driver di risultato e alcune misure di performance.

Principali driver-fattori di risultato:

  1. significativo miglioramento dell’ NII (Net Interest Income o Margine d’interesse). La crescita dell`NII è imputabile all’aumento delle componenti di impiego ‘interest rate sensitive’, quindi un’evidente tendenza allo sviluppo degli impieghi fruttiferi d’interessi attivi per la banca (crediti) nonostante il Covid, unito a uno scenario atteso di tassi in rialzo nei mesi a venire che sono ‘good news’ per le banche commerciali, inducono a una florida evoluzione dell`NII; in sostanza un margine d’interesse che cresce e è ancora atteso crescere. In tale contesto, ci torna utile misurare la interest rate sensitivity degli impieghi a un rialzo della curva dei tassi di 100 basis points per tutte le scadenze.
  2. Le commissioni da servizi bancari tradizionali (banking fees) hanno evidenziato un aumento riconducibile alla crescita della componente raccolta diretta.
  3. Le commissioni di gestione hanno d’altro lato evidenziato l’impatto positivo della crescita da raccolta indiretta, anche e soprattutto grazie al miglioramento del comparto del risparmio gestito. Inoltre, da non trascurare per alcune banche, l’espansione della redditività da vendite di prodotti di bancassurance alla clientela.
  4. L’attività di Trading in strumenti finanziari derivante dai portafoglio titoli finanza di proprietà  ha dato il suo contributo positivo in termini di P&L al conto economico delle Banche. Da notare che, l’attesa di scenari di tasso a rialzo potrebbe penalizzare sensibilmente le plusvalenze latenti sui portafogli titoli obbligazionari.
  5. Gli accantonamenti per perdite su crediti o LLPs (Loan Loss Provisions) sono state inferiori alle attese, beneficiando i rispettivi conti economici, a causa di due effetti congiunti:
  • alle policy di ‘sovra-accantonamento’  prudenziale delle banche nel 2020 all’indomani della pandemia, sono seguiti accantonamenti inferiori nel 2021 al ridursi dei contagi.
  • Oculate policy di derisking adottate dalle banche mediante la cessione di importanti pacchetti di NPE (Non Performing Exposures) ad operatori specializzati

Principali  misure di performance:

  • l`NPE (Non Performing Exposure) Ratio, che misura incidenza delle posizioni deteriorate sul totale portafoglio crediti, è sceso;
  • miglioramento del CET1 ratio (Common Equity Tier 1 patrimonio di migliore qualità della Banca)  ‘Fully Loaded’ a testimoniare la miglior solidità delle banche;
  • ROTE (Return on Tangible Equity) o redditività netta sul patrimonio tangibile, superiori alle attese;
  • riduzione del Cost of Risk (COR) o costo del rischio, riconducibile al su citato derisking degli impieghi applicato  nel 2021;
  • miglioramento dei payout ratio (o rapporto dividendo su utile netto) e  del dividend yield (dividendo su prezzo azione).

Le fusioni e acquisizioni o M&A con crescita non organica per linee esterne costituiscono tuttora uno dei fulcri di attenzione per il settore banche commerciali italiane, che intenderanno perseguire economie di scala nelle reti di sportelli. 

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