di Ivo Invernizzi
Vediamo alcuni tra i messaggi chiave contenuti nel rapporto della nota società di consulenza Accenture denominato ‘The future of banking: Time to rethink business models’ (2021). Il rapporto analizza i modelli di business di circa 100 importanti banche tradizionali e oltre 200 operatori finanziari esclusivamente digitali in 11 paesi in Nord America, Europa, Asia-Pacifico e America Latina. Le conclusioni sono sorprendenti.
Il rapporto individua due modelli di business comuni nel banking:
- verticalmente integrati: modelli di business tradizionali e lineari, ovvero quelli che vendono solo i propri prodotti, quelli che distribuiscono prodotti di altri fornitori e quelli che forniscono tecnologia o processi aziendali ad altri.
- non lineari: modelli di business adattivi, ovvero “confezionatori” che assemblano nuove proposte, aggiungendo valore oltre la semplice distribuzione.
I risultati della ricerca rivelano che, le banche che separano i loro prodotti tradizionali e collaborano con terze parti per creare e distribuire nuove offerte personalizzate per i clienti possono potenzialmente ottenere una crescita eccezionale e valutazioni di mercato più elevate. Lo stesso studio rileva che tra il 2018 e il 2020 le banche che hanno adottato modelli di business non lineari hanno raggiunto il 76% di tasso di crescita annuale composto (CAGR o Compounded Annual Growth Rate) dei ricavi, mentre i player digitali che semplicemente emulano modelli tradizionali e integrati verticalmente hanno raggiunto solo il 44% di CAGR.
Noi di AnalisiBanka evidenziamo tre conclusioni importanti desumibili dalla ricerca:
- la crescita ‘non organica’ della banca si realizza sia mediante fusioni e acqusizioni classiche, sia mediante l’espansione dello spettro prodotto servizio mercato mediante piattaforme digitali
- la nuova crescita non è più basata su espansioni di reti distributive fisiche
- tuttavia, essere digitali non basta: se la componente digitale è il must del business bancario, occorre integrare le tecnologie col l’affinamento delle competenze tecniche (hard skills) e relazionali (soft skills) delle risorse umane.