Banche dei paesi emergenti e prime trimestrali bancarie USA: l’outlook 2022 – Gennaio 2022
di Ivo Invernizzi
E’ tempo di dare uno sguardo alle prospettive e ai rischi del sistema bancario globale e in particolare a quello dei paesi emergenti per il 2022. Ricordando il ben noto legame tra le politiche monetarie delle banche centrali dei paesi emergenti e quelle delle banche centrali di alcuni paesi ‘core’, segnaliamo alcuni punti di attenzione contenuti nell’outlook 2022 proposto dall’information provider IHS Markit: ‘Top themes to watch in global banking for 2022: Risk and uncertainty remain heightened’ (IHS Markit, 2021)
- sebbene le condizioni di liquidità rimarranno accomodanti rispetto agli standard storici, l’aumento dell’inflazione in molti mercati emergenti e la politica monetaria meno espansiva nelle economie avanzate aumenteranno i costi di funding.
- L’andamento dei tassi sui prestiti nelle economie emergenti varierà e in molti casi si baserà su fattori regionali, con andamenti eterogenei nella crescita del credito da regione a regione.
- È probabile che le esposizioni in titoli di Stato delle banche continuino a crescere nei mercati emergenti, aumentando i legami banca-stato sovrano.
- È probabile che il debito societario rimanga una minaccia per la qualità degli attivi bancari, tuttavia, per molte imprese il rapporto tra l’indebitamento netto e il fatturato (debt to sales ratio) ha registrato una tendenza al ribasso dall’inizio della pandemia poiché le aziende hanno adottato un posizionamento finanziario più cauto;
- Gli NPL potrebbero aumentare, ma è improbabile uno tsunami di NPL. Finora le misure di tolleranza e di sostegno hanno funzionato efficacemente. Si stima che i crediti deteriorati siano leggermente aumentati nel 2021, ma rimangano al di sotto delle medie pre-pandemia a livello globale. La maggior parte delle moratorie sul pagamento dei prestiti è ora scaduta, anche se molte solo alla fine del 2021 e, di conseguenza, prevediamo che i crediti deteriorati aumenteranno nel 2022.
- Le misure di sostegno al credito ad ampio raggio saranno sostituite con un sostegno mirato ai settori prioritari, in particolare i prestiti alle micro, piccole e medie imprese (PMI).
- La redditività bancaria continuerà a migliorare, ma gradualmente e a condizioni della riduzione dei costi operativi, unita a tassi di interesse più elevati e livelli più rapidi di crescita del credito.
- Se si verifica un nuovo shock, epidemiologico o simile, i responsabili politici dei mercati emergenti risponderanno, ma le misure saranno meno solide.
- L’espansione dei prodotti finanziari sostenibili (ESG) e l’ulteriore perfezionamento delle politiche “verdi” per il settore finanziario costituiranno una priorità politica crescente.
- È probabile che il consolidamento continui e potrebbe accelerare nelle economie chiave.
D’altro lato, focalizzandoci sugli Stati Uniti, che tra l’altro sono ‘il locomotore’ di molte economie emergenti di area sudamericana e asiatica, noi di AnalisiBanka stiamo monitorando attentamente le trimestrali bancarie pubblicate in questo primo scorcio di 2022 (utili quarto trimestre 2021). Tre noti marchi di big banks a stelle e strisce, due dell’investment banking e uno del retail banking, hanno già pubblicato i loro risultati nella seconda settimana di gennaio. Le due investment bank hanno registrato performance economiche al di sotto delle attese, la banca commerciale ha battuto le previsioni del mercato. Colpiscono alcuni fenomeni comuni, che enucleiamo sinteticamente:
- Risultati commerciali, in ambito crediti e pagamenti penalizzati dalla minaccia della variante Omicron e incertezze legate all’ inflazione che non accenna a calare.
- Si evidenzia l’aumento dei costi operativi, non a caso, il terzo marchio su indicato è stato l’unico dei tre a battere le attese sugli utili anche grazie a un piano di contenimento dei costi.
- gli investitori scommettono sul fatto che i ben noti tre (o forse quattro) rialzi di tasso attesi dalla Fed dovrebbero ‘dare ossigeno’ ai conti economici dei big players bancari americani.
- a fronte della agognata recovery dell’economia americana in questa delicata fase della pandemia, la domanda di credito corporate e retail non è ancora abbastanza robusta per poter superare la crescita dei depositi e il boost di liquidità indotta nel sistema durante la pandemia, quindi le banche non sono in grado di trarre vantaggio immediato dalla curva dei rendimenti più ripida o potrebbero avvantaggiarsene con un timing troppo lungo.