Back to basics: la ristrutturazione della Banca – Maggio 2021

di Ivo Invernizzi

La ristrutturazione di una banca in difficoltà, può basarsi essenzialmente sulla cessione di importanti pacchetti di non performing loans, che normalmente incidono negativamente sia sul conto economico sia sul grado di patrimonializzazione della banca stessa. Talvolta,alla ristrutturazione della banca si accompagna la cartolarizzazione di gran parte dei non performing loans (asset ‘non buoni’) mediante la creazione di un apposito veicolo (SPV o Special Purpose Vehicle).  In occasione di una ristrutturazione,  può anche essere creata una ‘good bank’ alla quale vengono conferiti gli asset e le liability cosiddetti ‘core’.

Tuttavia, il processo di ristrutturazione può comportare alcuni aspetti negativi, come ad esempio il mantenimento di un alto livello di Loans Loss Provisions (LLP) ovvero accantonamenti per perdite su crediti, unito a un indebolimento dell’indicatore patrimoniale Common Equity Tier 1 Ratio anche per la neocostituita good bank e un peggioramento nella redditività complessiva della banca, nonostante la ristrutturazione.

Come specificato in precedenza, il dettaglio del piano di ristrutturazione può implicare quindi la creazione di special purpose vehicle strumentali alla cartolarizzazione. Si tratta di emettere titoli che ‘cartolarizzano’ i non performing loans creando differenti tranches:

  • senior
  • mezzanine
  • junior o equity

Si noti che, I titoli senior possono essere trattenuti nell’attivo finanziario  di una holding bancaria controllante sia la good bank sia l’SPV e a loro volta godere della garanzia statale; questo li equipara del tutto a performing loans, quindi caratterizzati da un assorbimento patrimoniale e da un peso ponderativo in risk Weighted assets  (RWA) pari a zero, consentendo un notevole risparmio in termini di consumo di capitale per la nuova holding bancaria che controlla sia la good bank sia  il veicolo strumentale alla cartolarizzazione.

L’obiettivo fondamentale di questa architettura societaria, è quello di ridurre il non performing loans ratio della banca mediante la cartolarizzazione che può accompagnarsi alla cessione di pacchetti di non performing loans a operatori specializzati esterni. Ulteriori cartolarizzazioni, cessioni di Non Performing Exposures (NPE), liquidazioni e write Off (stralcio), possono ulteriormente contribuire alla riduzione delle NPE in momenti successivi nella continuità aziendale della nuova holding bancaria. L’obiettivo è il conseguimento di un NPL ratio (rapporto tra crediti non performing e crediti totali) ad una sola cifra.  Tale obiettivo può trovare un ostacolo nell’attuale situazione pandemica, che aumenta l’incidenza delle posizioni creditorie non performanti sulla totale degli asset della banca. Altro elemento importante di cui tener conto per il successo di un piano di ristrutturazione bancaria, è la composizione del portafoglio crediti suddivisibile in crediti forborne e past due o esigibili entro 90 giorni e non performing loans, sulla base della quale si stabilisce la qualità totale dell’attivo del nuovo gruppo bancario originato dalla ristrutturazione.

Oltretutto, l’introduzione di moratorie a seguito della pandemia ha dato l’opportunità per una grande parte di clientela bancaria di posticipare di alcuni mesi il pagamento delle rate capitale dei propri finanziamenti bancari pur continuando a prevedere il versamento degli interessi. In alcuni stati,  in presenza di ristrutturazioni,  sono intervenuti i rispettivi governi con finanziamenti bridge, che hanno dato l’opportunità di posticipare il rimborso dei crediti stessi con possibilità di non passaggio delle posizioni medesime a non-performing.  Questo ha tuttavia influito negativamente sui funding plan delle banche caratterizzate da una maggiore incidenza di posizioni non performanti. Nel corso della pandemia questi finanziamenti bridge consentono l’intervento dello Stato per intervalli temporali di alcuni mesi tra la durata della moratoria e il ritorno del debitore bancario ‘in bonis’ e in pagamento.  L’obiettivo del finanziamento bridge è evitare che la posizione creditoria in oggetto passi da performing a non performing aggravando ulteriormente il peggioramento dell’ Asset Quality globale del bilancio di una banca in ristrutturazione.

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