Trimestrali di banche europee: bene gli utili e il capitale – Agosto 2022

di Ivo Invernizzi

Riportiamo qui di seguito alcuni elementi di attenzione desumibili dalla lettura delle relazioni trimestrali di alcune prestigiose banche europee di recente pubblicazione:

  •  Capitale

    Il Common Equity Tier 1 Ratio, che, lo ricordiamo, è l’indicatore principe del livello di patrimonializzazione ‘di migliore qualità’ delle banche dato da rapporto tra common Equity Tier 1 e Risk Weighted Assets (attività ponderate per il rischio), si è attestato in media al 13-14% in Europa. Il CET1 ratio è stato leggermente inferiore rispetto alle attese degli esperti a causa di RWA più elevati e  dell’aumento del rischio di credito e di mercato che hanno penalizzato le riserve patrimoniali delle banche (OCI o Other Comprehensive Income). Tuttavia,  i CET1 ratio dei maggiori marchi bancari europei permangono ancora sensibilmente superiori ai requisiti minimi previsti dalle Autorità di Vigilanza (10.6% delle RWA).

  •  Focus sul costo del rischio

     Il COR (Cost Of Risk) ha evidenziato una sensibile riduzione rispetto alla guidance degli esperti.  Il rischio geopolitico riconducibile alla guerra in Ucraina, ha certamente colpito la qualità del credito nell’ultimo trimestre. Tale deterioramento è tuttavia molto limitato nella qualità media degli asset;  questo aspetto è riflesso nel costo medio del rischio contenuto. Si ravvisa di conseguenza una riduzione degli accantonamenti per perdite su crediti (LLP o Loan Los Provisions). Il contesto europeo è stato caratterizzato nel caso di molte aziende di credito da gradi  di insolvenza della clientela corporate molto bassi e fornisce una sorta di ‘scudo’ sia sotto il profilo delle prospettive sia sotto il profilo dell’incidenza delle poste contabili negative di reddito di breve termine, pur ricordando che l’autunno sarà foriero di aumenti d’inflazione e riduzione nei saggi di  esigibilità dei crediti, in vista di una non così remota recessione (attenzione però ad utilizzare con cautela la parola recessione, per la quale attualmente non vi è alcun elemento oggettivo di certezza assoluta che si verificherà). I portafogli crediti delle grandi banche europee risentiranno molto di probabilità del rischio di interruzione nel flusso di gas russo, nonostante l’individuazione di fonti alternative di fornitura di gas “di backup”.

  • Utili

   Gli utili ante imposte delle banche europee di maggiori dimensioni hanno mediamente battuto le attese, con NII (Net Interest Income) più alti e accantonamenti maggiormente ridotti. Vediamo i  driver chiave di redditività:

  • i ricavi hanno battuto il consensus degli analisti a causa dell’ottimo trend dell’NII.
  • Le commissioni bancarie da servizi tradizionali  (quindi non d Asset Management e non basate sull’Asset Under Management) sono state resilienti.
  • Si è registrato un lieve aumento generalizzato dei costi operativi.
  • In molti casi l’utile operativo da gestione caratteristica è stato superiore alle attese.
  • Gli accantonamenti per perdite su crediti hanno positivamente sorpreso, risultando sensibilmente inferiori alle attese.
  • Ricavi

   I ricavi sono stati in ​​crescita. La forza dell’NII era ampiamente prevista dagli analisti alla luce della svolta ‘hawkish’  della BCE, con rialzi e ritorno dei tassi ufficiali in positivo  nonostante i danni della guerra, svolta unita a una crescita dei portafogli crediti più che accettabile. Inoltre, sotto il profilo della attività di gestione del portafoglio titoli di proprietà mediante operazioni  sui mercati finanziari, la riallocazione delle poste di bilancio per quanto attiene le voci di stato patrimoniale di investimento e tesoreria ha reso possibile una ottimizzazione delle sensitività degli attivi finanziari agli incrementi dei tassi d’interesse.  Infine, il beneficio degli aumenti dei tassi si è fatto sentire molto nel caso delle grandi banche svizzere il cui core business è la gestione patrimoniale per HNWI (High Net Worth Individuals).

  • Costi

    Si è evidenziato il lieve  aumento dei costi bancari dovuto alle ben note pressioni inflazionistiche. In particolare, gli incrementi del costo del personale dipendente delle banche continuano a essere una issue importante, in aggiunta all’aumento delle spese amministrative. Anche l’aumento delle spese da Information Technologies è uno dei punti caldi dei conti economici di queste trimestrali di banche europee. Non dimentichiamo infine,  nel caso iberico che Il disegno di legge presentato giovedì 28 luglio 2022 al parlamento spagnolo mira a fissare una tassa del 4,8% sul Net Interest Income e sulle commissioni incassate dalle banche spagnole, penalizzandone i conti economici.

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