Economy wide climate stress test BCE: alcune osservazioni critiche – Settembre 2023
di Ivo Invernizzi*
L’ultimo stress test climatico introdotto dalla BCE su un campione importante di grandi banche europee ha evidenziato che le grandi banche sono le più esposte al rischio di transizione climatica. Per completezza ricordiamo che, i rischi di transizione sono quelli associati al ritmo e alla misura con cui un’organizzazione gestisce e si adatta al ritmo del cambiamento interno ed esterno per ridurre le emissioni di gas serra e passare alle energie rinnovabili.
Di fatto, BCE sta esortando le banche a adottare una ‘policy green che incorpori una transizione energetica più rapida:
• sia nella concessione del credito
• sia nell’acquisto a fini di investimento di titoli obbligazionari corporate da inserire nei propri attivi finanziari.
I risultati del secondo economy wide stress test effettuato della BCE pubblicati nel corso della seconda settimana di settembre ,2023 hanno evidenziato la necessità improrogabile che aziende e conseguentemente le istituzioni finanziarie che forniscono loro liquidità e funding, dovranno impegnarsi al massimo al fine di accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni di CO2 nette.
Lo stress test BCE si è articolato sui seguenti tre scenari:
• transizione accelerata (politiche e investimenti green anticipati)
• transizione late-push (percorso attuale, nessuna accelerazione fino al 2026)
• transizione ritardata (inizio nel 2026).
La conclusione BCE è che, per le banche, i rischi finanziari connessi al clima diminuiranno significativamente nel medio termine se e solo se si concretizzasse una transizione più rapida (scenario di transizione accelerata). D’altro lato, un recupero, come quello ipotizzato nello scenario late-push, metterebbe le aziende di alcuni settori ad alta intensità energetica, come:
• l’industria manifatturiera
• l’estrazione mineraria
• l’elettricità-utilities
ad elevato rischio climatico e ambientale, implicando sia l’aumento dello stock di debito, sia utili netti in riduzione di circa il doppio della media. Di conseguenza, anche le banche finanziatrici di tali aziende ne risentirebbero a livello di bilanci di una transizione rallentata. In dettaglio, una transizione ritardata implicherebbe costi di gestione ancora più elevati nel lungo termine che impatterebbero sia sulla redditività sia sulla struttura patrimoniale e sull’equilibrio finanziario tanto nel mondo corporate quanto nel mondo financial.
Si noti peraltro che:
• le esposizioni creditizie delle banche europee verso settori vulnerabili a transizione tendono a concentrarsi molto su un gruppo di istituti bancari di importanza sistemica (O-SII e G-SII) e molto meno sulle aziende di credito di dimensioni minori
• il sistema bancario di eurozona presenta un’elevata esposizione del portafoglio crediti del 40%, verso settori ad alta intensità energetica su citati
• per i big player bancari di maggiori dimensioni e sistemici tale partecipazione in rischio credito (e climatico) è superiore alla media e si attesterebbe al 42%
• di conseguenza, meno del 10% delle banche esaminate da BCE rappresenta il 90% del totale esposizioni verso tali settori.
Inoltre, sempre secondo il test BCE:
• le banche (big player) più esposte ai rischi di transizione climatica si troverebbero ad affrontare il maggiore aumento delle perdite attese su crediti unito alla priorità di accantonamento per perdite su crediti fino al 2030
• le perdite su crediti attese annuali si attesterebbero a un massimo di 13 miliardi di euro nel 2026 nello scenario di transizione accelerata, ma raggiungerebbero i 29 miliardi di euro nel 2029 nello scenario late-push.
• i rischi di mercato derivanti da una svalutazione dei portafogli obbligazionari proprietari delle banche costituiti da obbligazioni corporate, secondo BCE:
– le perdite siano limitate su un orizzonte di otto anni,
– attestantisi a un 3% cumulativo del fair value di portafoglio.
Per semplicità, ricordiamo che il rischio climatico non è legato solo alle emissioni di CO2, bensì, per portare un esempio semplice, nel caso dei mutui immobiliari, nel caso del portafoglio prestiti di una banca può esplicitarsi in due modi:
• mediante cambiamenti cronici e persistenti nell’ambiente, come l’innalzamento del livello del mare
• mediante eventi acuti specifici, come tempeste più intense, inondazioni e frane.
Per completezza ricordiamo i punti di attenzione evidenziati da Isabel Schnabel, componente del Comitato Esecutivo BCE, nel suo recente discorso sul rischio climatico e ambientale (C&E Climate & Environment Risk) tenuto il 5 settembre 2023:
• ampiezza del fenomeno: il13% del PIL mondiale sarebbe a rischio in conseguenza di una gestione climatica e ambientale errata
• dimensione globale: il rischio climatico di un paese è interrelato al rischio di altri e mondiale
• non linearità: difficoltà di previsione dovute a piccoli cambiamenti climatici con enormi conseguenze economiche
• irreversibilità: le variazioni climatiche hanno effetti irreversibili sul pianeta
• ‘criticità del tempo’: se le banche finanziano settori ‘non climate friendly’ accentuano il fenomeno ‘esternalità’ e determinano l’urgenza di intervenire per tempo
• carenza di dati e conoscenze: i modelli economici e econometrici sono basati sul passato, poca conoscenza si ha sull’impatto futuro delle evoluzioni climatiche, in aggiunta, la profondità dei dati disponibili è limitata.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 09/09/2023, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
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RIFERIMENTIr
Faster green transition would benefit firms, households and banks, ECB economy-wide climate stress test finds, ECB, 6th September 2023
https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2023/html/ecb.pr230906~a3d6d06bdc.en.html
What is special about climate-related and environmental risks? Introductory remarks by Isabel Schnabel, Member of the Executive Board of the ECB, at the Legal Conference organized by the European Central Bank on “The incorporation of environmental considerations in the supervision of prudential risks,” ECB, 5th September 2023
https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2023/html/ecb.sp230905~8617fdf411.en.html