Banche: Net Stable Funding Ratio & Co – Giugno 2023
di Ivo Invernizzi*
Alla luce del recente turmoil delle banche verificatosi con modalità differenti sia negli States sia in Svizzera che ha coinvolto alcuni ben noti marchi bancari regionali americani e un big player elvetico, introduciamo alcune semplici considerazioni sullo stato di salute delle banche europee misurato mediante il Net Stable Funding Ratio o NSFR).
Liquidità e funding, l’eterno dilemma: LCR o NSFR?
Per i meno esperti, e ci scusiamo con gli addetti ai lavori per l’ovvietà delle considerazioni successive, l’NSFR o Net Stable Funding Ratio rappresenta la proporzione di attività bancarie a medio termine finanziate da forme tecniche di funding stabili ed è calcolato come l’importo di Available Stable Funding (ASF) diviso per l’importo di Required Stable Funding (RSF) su un orizzonte temporale di un anno. Secondo i regulator di Basilea, tale rapporto deve essere almeno uguale o superiore al 100%:
L’importo disponibile di Stable Funding include il capitale di miglior qualità della banca, le azioni privilegiate e le passività con scadenze superiori a un anno. Nel calcolo dell’NSFR, Possono essere inclusi anche alcuni altri tipi di passività con scadenze residue inferiori a 1 anno che non dovrebbero essere ‘tirate’ durante un periodo di stress sulla liquidità (si vedano ancora i recenti default). Ad ogni componente del numeratore dell’ASF viene assegnato un fattore ASF specifico che rappresenta la proporzione del valore del componente. L’importo di RSF è calcolato come la somma ponderata del valore delle attività detenute e finanziate dalla banca, incluse le esposizioni fuori bilancio, dove i pesi ad esse attribuiti sono i fattori RSF. Il fattore RSF per ciascun asset rappresenta la parte dell’asset che non è stato possibile monetizzare (ad esempio mediante vendita o collateralizzazione) durante uno scenario di stress di liquidità. Sappiamo tuttavia che, il modello di business e quindi l’NII (Net Interest Income o margine d’interesse) della maggior parte delle banche commerciali retail europee si basa sul disallineamento (mismatch) di scadenza tra le attività (crediti a lungo termine e tasso di interesse elevato) e le passività (depositi breve termine e tasso di interesse basso) sperabilmente a beta basso, ovvero a reattività contenuta agli aumenti dei tassi BCE, che consenta alla banca di mantenere il vantaggio di tale ‘mismatch’ in termini di miglior NII o margine d’interesse. La logica dell’NSFR, tuttavia, e almeno per l’orizzonte a 1 anno pare ‘obbligare’ le banche a venir meno alla loro ‘mission di trasformazione delle scadenze‘ a far coincidere le scadenze di attività e passività. In tal senso, l’NSFR mira a minimizzare i rischi indotti dal su citato modello di business. Per gli esperti, esistono inoltre alcuni potenziali impatti negativi sulla formula imprenditoriale delle banche derivanti dal tentativo di ottimizzazione dell’NSFR:
- diminuzione degli impieghi.
- Disintermediazione finanziaria.
- Ricapitalizzazione con forme alternative ai depositi (ricorso ai mercati finanziari con emissioni di bond ad es.)
- Concentrazione degli impieghi su alcune asset class: ad esempio i crediti ipotecari residenziali al retail richiedono un funding meno stabile rispetto al funding richiesto dai crediti corporate; ciò potrebbe comportare una diminuzione dei crediti alle imprese e incentivare un aumento dei mutui ipotecari residenziali.
Come noto agli esperti, per poter capire il grado di liquidità di una banca, si osservano due indicatori congiunti, l’LCR o liquidity Coverage Ratio (orizzonte 30 giorni) e il NSFR o Net Stable Funding Ratio (orizzonte 1 anno). Ricordando che il sistema bancario regionale americano non è tenuto a rispettare formalmente gli indicatori di liquidità proposti da Basilea, e concentrando la nostra analisi sull’NSFR, secondo alcuni esperti, le banche americane sono – almeno sulla carta – ‘messe meglio’ rispetto alle banche Europee in termini di NSFR, ma il contrario esatto si constata osservandone l’LCR. È curioso che, l’ormai ben noto big player bancario svizzero andato in default di recente avesse sempre evidenziato un LCR addirittura superiore a quello dell’altro marchio elvetico che poi ne ha effettuato l’acquisizione o fusione per incorporazione post default, eppure il primo player è fallito proprio per evidenti problemi di liquidità. Si noti inoltre che, per quanto attiene l’NSFR, il citato istituto bancario svizzero ‘defaultato’, nei mesi antecedenti la crisi evidenziava un livello ‘accettabile’ dell’indicatore, pur soffrendo del crollo dei depositi retail registrato nel 2022. In particolare, i suoi depositi della clientela osservati nella loro generalità erano rimasti stabili, ma ne era drasticamente diminuita la componente risparmio famiglie. Tornando al caso delle banche dell’Unione Europea, se dal funding totale dal quale oggi esse attingono (soprattutto quelle con sede negli stati ‘periferici’) sottraiamo le TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations) in essere con BCE che dovrebbero scadere in giugno, l’LCR aggregato medio passerebbe da valori di molto superiori al 150% a livelli inferiori. Tuttavia, è certamente vero che, secondo i dati EBA di aprile 2023 la buona qualità dell’NSFR delle banche europee ha poggiato su due solidi pilastri:
- A numeratore buon grado di diversificazione dell’Available Stable Funding (ASF) su fonti differenti
- La stabilità dei depositi retail che in aprile costituivano circa il 50% dell’ASF.
Nel grafico seguente presentiamo l’analisi EBA su LCR, NSFR e Loans to Deposits pubblicata in aprile:
Fonte: European Banking Authority, 4 April 2023
Pertanto, per capire quanto una banca sia in grado di far fronte ai propri impegni, occorre porre particolare attenzione alle componenti del numeratore dell’NSFR e al loro rispettivo grado di stabilità. A oggi, il profilo di liquidità delle banche europee risulta stabile e diversificato.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 02/06/2023, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
______________________________________________________________________________
RIFERIMENTI
Liquidity Coverage Ratio, Executive Summary, BIS, 30 April 2018
https://www.bis.org/fsi/fsisummaries/lcr.htm
Basel III: The Net Stable Funding Ratio, BIS, October 2014
https://www.bis.org/bcbs/publ/d295.htm
Robust EU/UUEA Banking Sector shows strong capital and liquidity ratios, EBA, 4 April 2023
https://www.eba.europa.eu/robust-eueea-banking-sector-shows-strong-capital-and-liquidity-ratios