Banche europee al ‘banco di prova’ dei rialzi dei tassi – Dicembre 2022
di Ivo Invernizzi*
Le banche europee sono pronte agli attuali e futuri rialzi di tasso BCE? Se lo chiedono sia Luis de Guindos Vicepresidente Bce sia Andrea Enria, Presidente del Consiglio di Sorveglianza dell’istituto bancario centrale europeo. Vediamo una breve sintesi delle loro considerazioni pubblicate nel Blog BCE il 20 dicembre 2022 ( Are Banks ready to weather rising interest rates? ).
La tesi centrale dei due esponenti BCE è che, il recente rialzo dei tassi d’interesse apportato da BCE il 22 dicembre di 50 basis point e i rialzi precedenti introdotti nel 2022 possono e potranno avere un impatto importante sia sugli utili netti da intermediazione finanziaria, sia sul valore di patrimonio netto delle banche. Aggiungono che, è ineludibile una rivoluzione nei modelli interni di risk management al fine di tenere in considerazione i mutati scenari di curva dei rendimenti e di congiuntura economica in cui l’Europa si appresta a inaugurare il 2023. Alla sintesi dei punti citati dagli alti funzionari BCE, senza pretesa alcuna di approfondimento analitico, aggiungiamo in corsivo alcune nostre semplici e assolutamente non esaustive considerazioni, scusandoci con il lettore più esperto per l’ovvietà di alcune di esse.
I tre scenari:
- appiattimento (flattening) della curva: aumento di 300 basis point per il tasso a breve, aumento di 100 basis point sul tasso a 10 anni;
- irripidimento (steepening) della curva: aumento di 100 basis point del tasso a breve e aumento di 300 basis point a 10 anni;
- scenario di base: rallentamento (slowdown) nel 2023 con possibile lieve recessione.
Secondo De Guindos, nel terzo scenario il margine d’interesse aumenterebbe certamente ma sarebbe accompagnato all’incremento degli accantonamenti per perdite su crediti (Loan Loss Provisions) imputabile alla ridotta solvibilità della clientela.
Riguardo gli scenari su citati, si evidenzia nel concreto degli ultimi mesi l’ipotesi 1, ovvero il tendenziale flattening o appiattimento della curva (riduzione della differenza tra tasso a 2 anni e tasso a 10 anni) che alcuni economisti ritengono essere segnale anticipatore della recessione; propendiamo per uno scenario misto 1-3 di flattening e possibile rallentamento nel 2023.
Le tre variabili valutate
- Margine d’interesse (Net Interest Income o NII): l’impatto dei rialzi di tasso sul margine d’interesse (fonte principe di reddività della banca) sarà in genere positivo.
- Solvibilità delle banche: con i rialzi resterà invariata, seppure altamente variabile da banca a banca.
- Costo del rischio (Cost of Risk o rapporto da accantonamenti e volume medio portafoglio crediti di periodo): invariato in caso di flattening, in aumento di 4 basis point in caso di steepening.
Le banche sistemiche
Le banche europee a rilevanza sistemica globale (Global Systemically Important Banks) vantano un buon grado di diversificazione delle loro unità strategiche di business. Questo importante fattore si riverbera in una loro ottima resilienza alla recente volatilità registrata sui mercati finanziari.
Per quanto ovvio, ricordiamo al lettore attento che, rispetto alle banche a rilevanza non sistemica, le banche sistemiche globali sono assoggettate a un requisito addizionale di capitale (higher capital buffer) a requisito di capacità di assorbimento perdite (TLAC o Total Loss Absorption Capacity), sono inoltre assoggettabili a possibili piani di risoluzione complessi (resolvability), infine sono subordinate ad ‘aspettative di vigilanza’ complesse.
Il costo del funding
Secondo De Guindos, nello scenario di flattening, solo poche banche dovranno ‘fare i conti’ con un aumento significativo del loro costo di funding che dovesse essere addirittura maggiore (in termini relativi) dell’aumento previsto dei loro utili da interessi attivi.
Premettendo che l’intensità dell’impatto degli aumenti di tassi sul costo del funding della Banca dipende sia dal modello di business della singola banca e dalla composizione dinamica delle proprie fonti di finanziamento (es. funding ‘wholesale’ interbancario, emissioni di obbligazioni, depositi a vista, altri tipi di raccolta) sia dal grado di sensitività dei depositi ai rialzi di tassi(beta), una fra le possibili soluzioni per salvaguardare la robustezza dei margini d’interesse nello scenario attuale di tassi in salita potrebbe essere incrementare gli impieghi a tasso variabile rallentando il processo di aggiustamento a rialzo dei tassi sui depositi, col rischio tuttavia che la clientela ‘migri’ i propri conti correnti su banche più remunerative per il loro risparmio.
L’impatto sul valore economico del capitale (Economic Value of Equity o EVE)
Secondo Andrea Enria l’aumento degli accantonamenti per perdite su crediti da rialzi di tassi in percentuale sui crediti totali (average ratio of LLP to assets) potrebbe, in determinate condizioni, avere un impatto lievemente negativo sul capitale delle banche . Enria aggiunge tuttavia che, il valore economico del capitale rimarrebbe pressoché invariato nello scenario di flattening.
L’Economic Value of Equity (EVE) della banca è una misura molto utilizzata dalle banche per monitorare il rischio tasso del banking book. L’EVE altro non è che la differenza tra valore di mercato delle attività e valore di mercato delle passività (Market Value of Assets o MVA – Market Value of Liabilities o MVL). In teoria, un aumento dei tassi ‘parallelo’ su tutte le scadenze ridurrebbe propoporzialmente il valore delle attività (impieghi) e aumenterebbe il valore della passività (raccolta) portando a un impatto negativo sull’EVE. Tuttavia, secondo le ipotesi BCE, nello scenario di flattening, ovvero di rialzo dei tassi a breve maggiore rispetto a rialzo dei tassi a lungo termine, si osserverebbe una sorta di ‘effetto neutrale’ sull’EVE.
Le carenze delle Banche
Andrea Enria evidenzia quattro tipologie di carenze emerse dall’azione di vigilanza sulle banche:
- Modelli: sono stati calibrati in scenari di tassi bassi e non catturano i cambiamenti nelle preferenze e nei comportamenti dei consumatori che tipicamente si verificano con l’aumento dei tassi, come i prelievi di depositi.
- Strumenti derivati di copertura dei rischi: un’analisi su un campione di banche ha evidenziato carenze nel monitoraggio dei rischi da derivati di hedging
- Metodi di contabilizzazione titoli: seppure circa il 75% dei titoli di Stato in portafoglio alle banche europee sia contabilizzato al costo ammortizzato (quindi le eventuali minusvalenze ‘latenti’ derivanti da una riduzione del loro valore di mercato dovuto ai rialzi di tassi non impatta nell’immediato nè le riserve di capitale nè il reddito), questo metodo non evita che il valore economico del capitale diminuisca all’aumentare degli spread creditizi.
- Effetti di secondo impatto (second round effects): carenze nella loro identificazione e prevenzione e cambiamenti strutturali da normalizzazione dei tassi di interesse, come nuove pressioni sulle esigenze di rifinanziamento e sui costi di funding.
Delle quattro carenze su evidenziate, poniamo l’accento sull’importanza del primo punto, ovvero dover ‘ripensare’ i modelli di risk management rendendoli più idonei a uno scenario economico cambiato e tuttora in evoluzione. Sul tema dei possibili impatti dati da eventuale deterioramento delle variabili macroeconomiche sulle banche ci permettiamo di riportare per il lettore più curioso il punto di vista EBA del 9 dicembre 2022 ( EBA risk assessment warns about the impact of a deteriorating macroeconomic environment ): per quanto ovvio, essendo il settore finanziario uno dei più sensitivi alla variabilità della congiuntura, i modelli dovranno essere coerentemente adeguati.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 23/12/2022, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
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RIFERIMENTI
‘Are Banks ready to weather rising interest rates?’ The ECB Blog, 20th December 2022
https://www.ecb.europa.eu/press/blog/date/2022/html/ecb.blog221220~c6210e3f0b.en.html.
‘EBA risk assessment warns about the impact of a deteriorating macroeconomic environment’, EBA, 9th December 2022