Banche centrali: l’alleanza per sfidare il cambiamento climatico – Agosto 2022

di Ivo Invernizzi

In occasione del “One Planet Summit” di Parigi il 12  dicembre 2017, otto banche centrali e autorità di vigilanza hanno istituito la Rete di Banche Centrali e Autorità di Vigilanza per rendere più verde il sistema finanziario (Central Banks and Supervisors Network for Greening the Financial System, d’ora in poi NGFS).

L’NGFS oggi riunisce 116 banche centrali e autorità di vigilanza e 19 osservatori che, su base volontaria,sono disposte a condividere le migliori pratiche e contribuire allo sviluppo della gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario. Insieme, rappresentano i cinque continenti e oltre l’85% delle emissioni globali di gas serra (GHG o GreenHouse Gases)  e sono responsabili della supervisione di tutte le banche di importanza sistemica globale e dell’80% dei gruppi assicurativi attivi a livello internazionale.

Lo scopo della rete è  rafforzare il ruolo del sistema finanziario nella gestione dei rischi e nella mobilitazione di capitali per investimenti verdi e low carbon, nel più ampio contesto dello sviluppo sostenibile. A tal fine, la NGFS definisce e promuove le migliori pratiche da implementare e conduce o commissiona lavori di analisi sulla finanza verde.

     Gli scenari di rischio climatico

L’NGFS ha collaborato con un gruppo di esperti del clima ed economisti al fine di progettare una serie di scenari ipotetici che diano un punto di riferimento comune per comprendere

  • come potrebbero evolversi i cambiamenti climatici (rischio fisico)
  • le politiche climatiche e le tendenze tecnologiche (rischio di transizione)

Esistono quattro tipi di scenari:

  • scenari ordinati: le politiche climatiche vengano introdotte in anticipo e diventino gradualmente più rigorose.
  • Scenari disordinati: esplorano un rischio di transizione più elevato a causa di politiche ritardate o divergenti tra paesi e settori.
  • Scenari ‘del mondo caldo’:  presuppongono politiche climatiche attuate in alcune giurisdizioni, ma sforzi globali insufficienti.
  • Scenari ‘Troppo poco, troppo tardi’: rischio che una transizione tardiva non riesca a contenere i rischi fisici.

Tali 4 tipologie di scenari,  hanno tre tipi di utili applicazioni:

  • analisi e informativa di scenario.
  • Strategia e allineamento delle politiche.
  • Ulteriori ricerche accademiche

Come ha fatto sapere la Bank of England in una sua analisi pubblicata il 24 maggio 2022 (stress test climatico sul sistema finanziario britannico), le banche e le assicurazioni che non riescono a gestire i rischi climatici come un problema di “primo ordine” potrebbero subire un calo dal 10% al 15% degli utili netti annuali e sottostare a requisiti patrimoniali più elevati. Nel suo primo stress test su come il sistema finanziario britannico affronterà il cambiamento climatico e il passaggio a un’economia a zero emissioni  nette di carbonio entro il 2050, l’istituto centrale britannico ha affermato che se le banche agiranno ora, i costi futuri del cambiamento climatico per le banche saranno inferiori.

Secondo quanto affermato dall’information provider Reuters: “Anche se variano a seconda delle aziende clienti bancarie e degli scenari, i tassi di perdita su crediti complessivi imputabili al clima, equivalgono a una riduzione media dei profitti annuali delle banche di circa il 10-15%“. Nello scenario più grave rappresentato dalla BoE, in cui non vengono adottate misure aggiuntive per ridurre l’aumento delle temperature globali, le banche e le assicurazioni potrebbero affrontare perdite totali pari a circa 334 miliardi di sterline (417 miliardi di dollari) in trent’anni. Si aggiunga che, esistono studi che dimostrano una incidenza maggiore del costo del credito bancario per le aziende con rating ‘green’ di bassa qualità.

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RIFERIMENTI

Central Banks and Supervisors Netwok for Greening the Financial System Scenarios

Climate Scenarios NGFS

P

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